Casi Studio

VENETO

Università Iuav di Venezia

Contesto regionale

Seconda regione italiana per numero di residenti stranieri, il Veneto ha conosciuto un progressivo radicamento dell’immigrazione facilitato dalla crescita economica e dalla diffusione di centri di piccole e medie dimensioni che mostrano una capacità di attrazione superiore a quella dei comuni più grandi. L’immigrazione ha rafforzato il modello della ‘città diffusa’, facendo della dimensione micropolitana un elemento peculiare del territorio regionale all’interno della quale il tradizionalmente basso livello di istituzionalizzazione ha demandato anche ad attori non pubblici la gestione del fenomeno. Con la crisi economica l’inserimento migratorio ha subito dei forti cambiamenti.

Casi studio

  • Camposampiero (12034 ab.): Comune metropolitano della seconda cintura di Padova, collegato direttamente tramite ferro e caratterizzato dalla presenza di un forte tessuto di industrie che sono un fattore di attrazione anche per la popolazione immigrata. Sono presenti flussi di pendolarismo verso Padova ed è presente un forte tessuto di sevizi alla persona (badanti). Incidenza della popolazione straniera: 15,4%. Prime cinque nazionalità: Romania, Marocco, Albania, Macedonia, Moldavia.
  • Feltre (20.741 ab.): Comune non metropolitano della provincia di Belluno, caratterizzato da un sistema di industrie nel settore dell’occhialeria che ha favorito l’arrivo di una crescente popolazine di immigrati. Il comune è al centro di un territorio montano che vede incidenze percentuali di immigrati particolarmente elevate (es. Quero, Alano di Piave, Ospitale di Cadore). Feltre è, inoltre, nel ‘Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati’ (SPRAR). Incidenza della popolazione straniera: 9,6%. Prime cinque nazionalità: Macedonia, Marocco, Albania, Romania, Ucraina.
  • Lonigo (15601 ab.): Comune non metropolitano della provincia di Vicenza, caratterizzato da una forte presenza di immigrazione. Il comune fa parte del Sistema locale del lavoro di San Bonifacio (Vc-Vr) e sono presenti indistrie principalmente nel settore cartario e tessile. È presente un’offerta per lavoratori stagionali e servizi alla persona. Incidenza della popolazione straniera: 20%. Prime cinque nazionalità: Romania, Bangladesh, Repubblica di Serbia, India, Albania.
  • Motta di Livenza (10837 ab.): Comune non metropolitano della provincia di Treviso,  caratterizzato dalla presenza di un centro storico e di un ospedale di riferimento per il territorio. Motta di Livenza è ubicata al confine del distretto del mobile del Livenza e ha una delle zone industriali più antiche della zona. Da Motta di Livenza è facile muoversi con la propria auto privata verso le altre zone industriali ubicate a macchia di leopardo nella provincia. Il modello di inserimento migratorio è quello lavorativo. Incidenza della popolazione straniera: 16,3%. Prime cinque nazionalità: Romania, Albania, Marocco, Repubblica di Macedonia, Ucraina.

Motta di Livenza

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Mercato Camposampiero

foto sito PRIN

Parco Lonigo

 

 

 

 

 

 

 


LAZIO

Università Roma 3

Contesto Regionale

Pur essendo principalmente diretto verso la città di Roma, da alcuni anni il fenomeno migratorio in Lazio interessa anche il sistema metropolitano dell’area romano-laziale, centro di una migrazione temporanea di chi si stabilisce nella capitale per motivi religiosi o di studio, di chi cerca di entrare nei circuiti formali e informali della prima accoglienza, e di chi mette in pratica progetti di stabilizzazione o di migrazione circolare scegliendo proprio i comuni minori. Causa rilevante di questa tendenza è proprio la disponibilità di un patrimonio abitativo, in primo luogo le seconde case nei molti comuni del litorale, ma anche quello dei piccoli centri storici degradati abbandonati.

Casi studio

  • Riano (9526 ab.): Comune metropolitano, di prima cintura localizzato a nord di Roma nella Valle del Tevere. Interessato da una forte dinamica di espansione metropolitana: negli ultimi 10 anni la popolazione cresce quasi al 50% con la popolazione che passa da 6.502 residenti a 9.723. La crescita della popolazione è in gran parte dovuta alla componente con cittadinanza italiana. Al contempo gli stranieri crescono con un tasso del 307% passando da essere 330 nel 2002 a 1344 nel 2013. Incidenza della popolazione straniera: 13,3%. Prime cinque nazionalità: Romania, Polonia, Albania, Macedonia, Perù, Moldavia.
  • Sabaudia (19643 ab..): Comune agricolo in provincia di Latina, appartenente al contesto dell’Agro Pontino. Il principale fattore di attrazione degli immigrati è il lavoro, all’interno di un sistema economico quasi esclusivamente basato sull’agricoltura. Gli immigrati si inseriscono nello stock residenziale delle case di villeggiatura rimaste vuote. Incidenza della popolazione straniera: 10,5%. Prime cinque nazionalità: India, Romania, Polonia, Marocco, Tunisia.
  • Pontinia (14.241  ab.):  Comune agricolo in provincia di Latina, appartenente al contesto dell’Agro Pontino. Anche in questo caso l’agricoltura è il principale settore occupazionale. Gli immigrati hanno trovato una disponibilità di alloggi nelle case della villeggiatura localizzate in alcune aree dei borghi di fondazione fascista e lasciate libere dalla sovrapproduzione e dalla crisi economica. Incidenza della popolazione straniera: 10,9%. Prime cinque nazionalità: India, Romania, Albania, Marocco, Ucraina.
  • Roccagorga (4.596 ab.): Comune montano situato sullo sperone del Monte Nero, in provincia di Latina. Il centro storico, precedentemente abbandonato dagli italiani, è interessato da un forte ripopolamento da parte degli immigrati. Incidenza della popolazione straniera: 10,1%. Prime cinque nazionalità: Romania, Marocco, Nigeria, Tunisia, Pakistan.

 

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Il centro Inema, SPRAR di Roccagorga

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Riano, centro storico. Il 40% degli abitanti è di origine immigrata

Il Nagarkitan, la festa degli Indiani Sikh a Sabaudia

Il Nagarkitan, la festa degli Indiani Sikh a Sabaudia

 

 

 

 

 

 

 


CALABRIA

Università “Mediterranea” di Reggio Calabria

Contesto regionale

La lunga storia dell’emigrazione dal sud è cambiata radicalmente negli ultimi duedecenni. Benché caratterizzata da elevati tassi di disoccupazione la Calabria si è trasformata da luogo di cessione a luogo di ricezione di migranti e oggi i flussi in uscita e quelli in entrata si intersecano, questi ultimi segnati dauna marcata ruralizzazione dell’occupazione con immigrati che, espulsi dal mercato lavorativo del nord Italia, si spostano nelle aree agricole del Mezzogiorno alla ricerca di un lavoro, per quanto occasionale, mal pagato e spesso al nero. Ma la regione è caratterizzata soprattutto dai flussi non rilevati dell’immigrazione stagionale,insediata in condizioni di vera e propria “segregazione abitativa”, e dell’immigrazione non regolata degli sbarchi non intercettati, buona parte della quale si insedia nei comuni piccoli e medio-piccoli dove oggi la presenza relativa della popolazione straniera è la più alta.

Casi studio

  • Riace (1820 ab.): Comune non metropolitano, con sistema insediativo policentrico caratterizzato dal centro di antica formazione sito in collina a circa 7 Km dalla costa e dal centro urbano di recente formazione sulla costa  costruito dai riacesi che a partire dagli anni ’70 hanno abbandonato il borgo antico. Il modello migratorio è legato sostanzialmente al richiamo del sistema di accoglienza e della sua qualità, oltre alla possibilità, per alcuni immigrati, di inserimento socio-economico. Incidenza popolazione straniera: 6,65%. Prime 5 nazionalità: Palestina, Iraq, Eritrea, Afghanistan, Somalia.
  • Area grecanica: si tratta di un’area geografica, ellenofona, della provincia di Reggio Calabria tra il basso Jonio reggino e l’Aspromonte. Diversi sono i comuni appartenenti all’area, ma sono oggetto di studio solo alcuni comuni appartenenti ai Sistemi Locali del Lavoro di Melito Porto Salvo e Bova Marina; specificatamente Roghudi, Montebello Ionico, Condofuri, San Lorenzo. I comuni prescelti hanno un’incidenza percentuale di stranieri residenti rispetto alla popolazione totale, superiore alla media regionale (3,8 %).Incidenza popolazione straniera: 6,7%.

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LOMBARDIA

Università Milano Bicocca

Contesto regionale

In Lombardia un contesto economico dinamico ha favorito l’occupazione degli immigrati legata a specifici mercati locali del lavoro e il graduale ma progressivo radicamento nel territorio della popolazione straniera, con una conseguente diminuzione dell’occupazione irregolare. Un elemento chiave del processo di inserimento in Lombardia è la presenza di imprenditori di policy e l’esistenza di una tradizione di politiche sociali, accompagnati dall’instaurarsi di un sistema di relazioni tra attori istituzionali e non che ha favorito la creazione di reti di collaborazione sul territorio e di varie forme di partecipazione dei cittadini stranieri.

Casi studio

  • Breno (4920 ab.): Comune non metropolitano montano all’interno del Parco Nazionale dell’Adamello. Le opportunità di lavoro sono in particolare nel settore edile, siderurgico, attualmente in forte crisi, e nel settore dell’assistenza sociale. Il caso di Breno è particolarmente significativo per quanto riguarda l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati nel contesto del più generale quadro di immigrazione in Val Camonica. Incidenza della popolazione straniera: 7,34%. Prime 5 nazionalità: Romania, Albania, Marocco Tunisia, Ucraina, Senegal, India.
  • Mortara (15202 ab.): Comune al limite dell’area metropolitana milanese, appartenente alla Lomellina, una zona definibile come periurbana. A vocazione prettamente agricola (risaie), ha una struttura urbana costituita da centri (57 comuni) per lo più di modeste dimensioni, caratterizzati da progressivi processi di spopolamento e di invecchiamento della popolazione in parte compensati dall’arrivo di immigrati. Quest’ultimi sono principalmente nei settori dei servizi, dei trasporti e nel settore edile, in fortissima crisi negli ultimi anni.  Incidenza popolazione straniera: 14%. Prime cinque nazionalità: Romania, Marocco, Albania, Cina, Costa d’Avorio.
  • Sermide (6262 ab.): Comune non metropolitano appartenente all’area dell’oltrepo mantovano, al confine con Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, storicamente conosciuto per il movimento dei braccianti. Presenza di immigrazione stabile, radicata sul territorio, da un lato, e di una popolazione fluttuante legata all’offerta di lavoro stagionale in agricoltura, dall’altro. Particolarmente rilevanti le azioni intraprese dalla rete istituzionale-associativa locale per gestire il fenomeno del bracciantato agricolo migrante. Incidenza popolazione straniera: 12%. Prime cinque nazionalità Marocco, Albania, Cina, Romania, Tunisia.
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Localizzazione Mortara

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Sermide

 

 

 

 

 

 

 


PROVINCIA DI FERRARA

Università di Ferrara

Contesto Regionale

L’immigrazione straniera nella provincia di Ferrara si è presentata in misura consistente solo dalla fine degli anni novanta e nei primi del Duemila. Un processo tardivo rispetto ad altre realtà del paesee che si è inserito all’interno di un contesto regionale, quello dell’Emilia-Romagna, consapevole che l’immigrazione si configura come un fenomeno strutturale. Il contesto presenta dunque caratteri istituzionali e, più in generale, un sistema di attori che lo rendono del tutto disponibile a promuovere l’inclusione degli immigrati. Accanto a questo, nella realtà dei piccoli comuni spesso “sono le persone a fare la differenza”, siano esse il sindaco – e la coalizione di governo che lo esprime – o gli operatori nei diversi servizi o i rappresentanti delle comunità nazionali che filiere di offerta di lavoro hanno prodotto.

  • Bondeno (14864 ab.): Comune non metropolitano che dista 18 km da Ferrara e 50km da Bologna. Importante centro di produzione della frutta e di produzione di cereali ed ortaggi; presenza del settore tessile e dell’abbigliamento (uno dei comparti più importanti per l’occupazione femminile); discreta presenza di aziende impiantistiche, di meccanica agricola e industriale e un comparto di materie plastiche. Il comune è collegato con la linea ferroviaria (stazione decentrata -circa 3km dal centro senza collegamenti autobus) ma soprattutto con servizio di autolinee che permettono di raggiungere Ferrara e l’intero territorio comunale. Incidenza popolazione straniera: 10%. Prime cinque nazionalità: Marocco, Cina, Romania, Albania, Moldavia.
  • Copparo (16943 ab.): Comune non metropolitano che dista 21 km da Ferrara e 73 km da Bologna. È presente una grossa azienda metal-meccanica in fase di chiusura dal 2012 con rischio di disoccupazione per centinaia di operai attualmente in cassa integrazione. Il comune è soggetto ad una grave crisi occupazionale per tutto il territorio di Copparo che non ha sviluppato contemporaneamente altre realtà produttive forti. Incidenza popolazione straniera: 4,5%. Prime cinque nazionalità: Marocco, Ucraina, Romania, Moldavia, Cina.
  • Portomaggiore (12179 ab.): E’ un comune non metropolitano prevalentemente agricolo situato nella zona sud orientale  della provincia di Ferrara. La popolazione residente che tra il 1991 e il 2000 registra una progressiva flessione ricomincia a crescere progressivamente nel nuovo millennio: se dal 1991 al 2001 passa da 12741 a 11 907  unità, a partire dal 2004 arriva a 12 158 per poi stabilizzarsi attorno a questo valore. E’ un comune dalla densità della popolazione bassa, nel 2004 ad esempio era di 96 abitanti per kmq (la densità provinciale, regionale e nazionale nello stesso anno erano 133, 188, 194 rispettivamente). Incidenza popolazione straniera: 13,2%. Prime cinque nazionalità: Pakistan, Marocco, Ucraina, Cina , Moldavia.
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Piazza Municipio Copparo

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Sportello Servizi Sociali Bondeno

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ASSP Copparo

 

 

 

 

 

 

 

 

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